

MONUMENTALE
E ARTISTICO
CASE HISTORY


Cimitero Monumentale di Milano




Proprietà: Famiglia Morandi Bertarelli
Direzione Lavori: Flaminio Trivella
Anno di realizzazione: 1989
Caratteristiche dell’edificio:
Cappella funeraria ottocentesca,realizzata in muratura rivestita lastre di Pietra d’Angera, una dolomia costituita da carbonato di calce e magnesio. Lo zoccolo è realizzato con lastre di Serizzo, le colonne dell’ingresso in marmo arabescato. Le lastre del cornicione, della zoccolatura e del portale sono arricchite da fregi.
Stato di conservazione:
Tutte le lastre in Pietra d’Angera erano ancora in buono stato di conservazione ma ricoperte da depositi scuri, imputabili allo smog, e verdastri, dovuti alle colature di ossido di rame. La natura vulcanica della pietra, unità all’età, aveva provocato l’affiorare in superficie di ossidi ferrosi. Alcune lastre erano fessurate, le fasce decorate fortemente corrose, lo zoccolo coperto da incrostazioni dovute a residui carboniosi.
Intervento:
Le superfici lapidee sono state pulite con l’acqua nebulizzata coadiuvata, per le incrostazioni più tenaci, da brossatura manuale con spazzole di saggina e impacchi a base di soluzioni acquose di idonei prodotti solventi e detergenti. Le fessure sono state liberate dalle vecchie stuccature fatiscenti e richiuse con malte adesive ed elasticizzate. I rappezzi sono stati adeguati cromaticamente, le parti in fase di distacco assicurate alla muratura con microchiodature (inserimento di barrette filettate e resina epossidica). Tutte le superfici sono state protette con prodotto silossanico applicato a spruzzo. Le colonne d’ingresso, in ottimo stato di conservazione, sono state solo lucidate e protette.
Un fenomeno particolare:
A pochi mesi dal restauro su alcune zone del rivestimento esterno sono apparse delle efflorescenze biancastre, localizzate in prevalenza nelle parti protette dal dilavamento atmosferico. In seguito a opportune indagini chimiche è stato potuto ricostruire l’origine del fenomeno: si trattava di solfati provocati dall’inquinamento atmosferico che si erano cristallizzati nella pietra in un periodo precedente ai lavori, tanto in profondità da restare completamente invisibili all’occhio del restauratore. Questo grazie alla particolare struttura della pietra, molto porosa. L’acqua della pulitura, insufficiente per asportarli completamente, li aveva però trascinati in superficie, dove, via via che la pietra asciugava, si erano cristallizzati. Fu sufficiente una spazzolatura a secco per eliminare completamente il problema.
Milano



Proprietà: Comune di Milano
Direzione Lavori: arch. Fiorenzo Ramponi
Anno di realizzazione: 1987
Caratteristiche del manufatto:
Colonna lapidea del 1620 con leone di epoca medievale alla sommità, collocata in piazza San Babila dopo i lavori di realizzazione della metropolitana.
Stato di conservazione:
La colonna mancava di molte parti originali e presentava estere integrazioni cementizie e alterazioni cromatiche su quasi tutta la superficie.
Intervento:
Tutte le porzioni in fase di distacco sono state rimosse e ricollocate con i pezzi originali o reintegrazioni dello stesso tipo di pietra. Si è realizzata un’operazione di messa in sicurezza tramite microchiodature, consolidamento e protezione superficiale che ha permesso di recuperare i valori cromatici e formali originali, garantendo una protezione dalle aggressioni atmosferiche efficace per più decenni.
Milano




Proprietà: Assicurazioni Generali
Direzione Lavori: arch. Mario Bovati
Direzione cantiere: Adriano Traversa
Anno di realizzazione: 1987
Caratteristiche dell’edificio:
Edificio storico del Quattrocento, in stile gotico lombardo ubicato nella medievale piazza Mercanti nel centro storico di Milano, presenta rivestimenti a intonaco graffito e decorazioni in formelle di cotto.
Stato di conservazione:
Buona parte delle superfici a intonaco erano perdute, con vistosi ed estesi rappezzi in malta cementizia. Le decorazioni in cotto erano ricoperte da deturpanti croste nere.
Intervento:
Tutte le porzioni di intonaco originali sono state recuperate, eliminando le integrazioni successive e ricostruendo con malte a base di grassello di calce. Le porzioni superstiti sono state fatte aderire al supporto tramite incollaggi e si è proceduto a un adeguamento cromatico generale. Le superfici in cotto sono state pulite, consolidate e reintegrate.

Milano



Proprietà: Reale Mutua Assicurazioni
Direzione Lavori: ing. F. Bruno arch. R. Zanetta
Direzione cantiere: arch. Gabriele Sbaffo
Soprintendenza: arch. Sylvia Ponticelli
Caratteristiche dell'edificio:
Chiostro della fine del XV secolo, residuo del rinascimentale Palazzo Dal Verme, inglobato alla fine degli anni 60 del Novecento in un moderno insediamento residenziale. Il chiostro è costituito da un cortiletto cinto da 16 colonne lapidee, sulle quali si impostano archi a tutto sesto e volte a crociera, ed è sormontato da un tetto a due falde di moderna edificazione. Le volte del porticato e dell'androne erano ricoperte da uno spesso strato di intonaco cementizio.
Stato di conservazione:
Gli elementi lapidei, pietre e terrecotte, versavano in uno stato di notevole degrado, principalmente imputabile alle infiltrazioni di acqua dal tetto e di risalita dal terreno. Le indagini stratigrafiche hanno dimostrato la presenza, sotto l'intonaco cementizio, di un apparato decorativo dipinto ad affresco, probabilmente frutto di un rifacimento ex novo degli originali motivi cinquecenteschi. Le decorazioni risultavano pesantemente deturpate dai segni delle martellinature effettuate per migliorare l'adesione dell'intonaco cementizio. Le abbondanti infiltrazioni di acqua piovano hanno provocato estesi distacchi di intonaco e gravi decoesioni della pellicola pittorica originale, sbiadendone i colori. In varie zone si riscontravano grossolani rappezzi cementizi ed estese scialba ture, che rendevano molto difficoltosa la lettura dell'apparato decorativo.
Intervento:
Il rivestimento cementizio che ricopriva gli affreschi è stato asportato con interventi manuali, le porzioni di supporto in fase di distacco sono state preconsolidate con malta di calce e iniezioni di malta fluida di calce e resina acrilica. La scialba tura a calce è stata eliminata a bisturi, previo trattamento con impacchi di acqua distillata e carbonato d'ammonio. I Sali importati dalle infiltrazioni piovane sono stati eliminati con impacchi e lavaggi a base di acqua distillata, numerose tracce di insetti in decomposizione sono state disinfestate. Le zone di distacco tra strato pittorico e supporto e tra questo e la struttura muraria, sono state recuperate con iniezioni a base di malte fluide, precedute da iniezioni di acqua distillata e alcool, allo scopo di “pulire” il retro e tramite l'applicazione di puntelli metallici. Alcune zone dipinte a secco, rinvenute sul lato sud, sono state consolidate mediante nebulizzazione B72 in diluente nitro. Le lacune nel disegno sono state stuccate sottolivello con malta di calce colorata con polveri di marmo. Le integrazioni pittoriche sono state realizzate ad acquerello, a tratteggio quelle di dimensioni maggiori, a velatura le più piccole. Gli elementi in cotto, Pietra di Angera, Ceppo d'Adda e Granito sono stati oggetto di interventi diversificati in relazione al livello di compromissione: esfoliazione, de coesione e corrosione superficiale, che hanno previsto opere di preconsolidamento, pulitura, consolidamento e protezione. I capitelli che presentavano lesioni passanti, probabilmente provocate dalla realizzazione dei parcheggi sotterranei, sono stati consolidati con barre di acciaio rese solidali con la pietra mediante resina. Le infiltrazioni di umidità dal terreno sono state bloccate tramite l'applicazione di malte deumidificanti a base di calce di granulometria calibrata. I manti dei tetti sono stati riordinati, riparando la piccola orditura, sostituendo o integrando i coppi, rifacendo il sistema di gronde e pluviali. Tutte le opere eseguite sono state controllate costantemente tramite indagini diagnostiche, specificatamente mirate al controllo dell'assorbimento idrico, della rugosità e della porosità superficiali. Cenni storici Il chiostro è quanto rimane del palazzo rinascimentale Dal Verme; localizzato in una zona centrale di Milano, venne inglobato, alla fine degli anni 60 del Novecento, in un complesso residenziale di nuova costruzione. In questa fase, subì pesanti demolizioni e il prezioso apparato pittoriche che ne ricopriva le volte, venne nascosto da uno spesso strato di intonaco cementizio. Il volume “Milano nell'arte e nella storia” di Mezzanotte e Bescapé, edito nel 1948, riporta un'immagine fotografica che mostra il chiostro nella sua interezza, prima delle ultime demolizioni che riguardarono tutto il piano superiore. Il chiostro appare oggi costituito da un cortiletto cinto da 16 colonne in granito con capitelli corinzi e basi in Ceppo d'Adda, sulle quali si impostano archi a tutto sesto e volte a crociera, che poggiano su capitelli a peduccio in Pietra d'Angera, inseriti nei muri perimetrali. Le facciate interne sono abbellite da cornici e fase in cotto, medaglioni in bassorilievo, sculture in Pietra d'Angera oltre agli affreschi riportati in luce dai lavori di restauro. Il chiostro è sormontato da un tetto in legno a due falde di edificazione recente, ricoperto da tegole a canale. Gli affreschi interni, con motivi floreali ornamentali e finte modanature che richiamano la struttura architettonica, sono feriti da una pesante picconatura, eseguita negli anni 60 per migliorare l'adesione dell'intonaco cementizio di camuffamento e costituiscono un rifacimento dell'originale decorazione cinquecentesca. Il rinvenimenti di alcune porzioni originali ha dimostrato che le decorazioni successive hanno sempre ripreso il motivo rinascimentale. I dipinti recuperati sono stati realizzati ad affresco; l'arriccio presenta uno spessore variabile da 1 a 1,5 cm, l'intonachino di 0,5 cm. La trasposizione del disegno sull'intonaco fresco è stata eseguita a incisione diretta o spolvero; i motivi decorativi sono realizzati a velatura e, in alcune porzioni, probabilmente rifatte in epoca più tarda, a stampino. Nel corso dei lavori si è potuto riportare alla luce un arco che risulta segnato in una planimetria del 1768 (in: “Architettura del 400 a Milano” di Luciano Patetta), mentre sulle pareti sono stati ritrovati degli intonaci a graffito che risalgono al 1914 (il confronto tra due fotografie risalenti rispettivamente al 1912 e al 1914 permette la precisa datazione del rivestimento).
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CERCA
RESTAURO MONUMENTALE
E ARTISTICO
RECUPERO PROSPETTI
TRADIZIONALI A INTONACO
E CEMENTO DECORATIVO

ISOLAMENTI TERMICI
AD ELEVATE PRESTAZIONI

MANUTENZIONE PROGRAMMATA
DEI GRANDI PATRIMONI
IMMOBILIARI

MESSA IN SICUREZZA
DELLE FACCIATE LAPIDEE
DELL'ARCHITETTURA MODERNA

BONIFICA E RECUPERO
DELLE STRUTTURE

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ED ECOCOMPATIBILI
