

DELLE STRUTTURE
CASE HISTORY
Como





Proprietà: Como Bella srl
Direzione Lavori: arch. Carmelo Leone
Direzione cantiere: arch. Matteo Motta
Anno di realizzazione: 1999-2000
Caratteristiche dell’edificio:
Edificio moderno con destinazione ad albergo, realizzato negli anni 60 del Novecento con struttura in cemento armato a vista e tamponamenti prefabbricati rivestiti da graniglia.
Stato di conservazione:
I cementi armati esposti si presentavano, in alcune zone, in stato di grave degrado, tale da pregiudicare la pubblica sicurezza. Alcuni copriferri erano ridotti a entità minime, fino a pochi millimetri, mentre la profondità di carbonatazione del cemento raggiungeva anche 5 cm, dando origine a gravi fenomeni di “spalling”, con caduta di frammenti di diversi chilogrammi. Le armature in tondo liscio presentavano ai piani alti un diametro insufficiente e in alcuni casi è stata rivelata la presenza di distacchi lungo le armature dei pilastri. I davanzali delle finestre apparivano in parte distrutti e in condizioni tali da richiedere la sostituzione integrale; i pannelli prefabbricati si presentavano al contrario in buone condizioni di conservazione. Prove di trazione indiretta e di profondità hanno indicato un materiale di media qualità, molto poroso e disomogeneo.
Intervento:
Lo strato corticale carbonatato e deteriorato delle strutture in cemento armato a vista è stato rimosso con idroscarifica ad altissima pressione (1400 bar). Si è proceduto in seguito a passivare i ferri scoperti e a reintegrare le cavità maggiori con malte di ricostruzione di media granulometria. Le strutture sono state fasciate integralmente con una rete in acciaio inox AISI 316 elettrosaldata, fissata con tasselli della stessa qualità e rivestita con una malta a granulometria più fine, fino a realizzare una maggiorazione del copriferro, rispetto alle condizioni originarie, di circa 10 mm. La superficie è stata protetta con una pittura metacrilica, impermeabile all’acqua e permeabile al vapore, finita a velatura. I pannelli prefabbricati sono stati sottoposti a pulitura con acqua a media pressione e a riparazione delle zone fessurate o lacunose con malte e graniglie simili. I giunti fra gli elementi sono stati sigillati con prodotto siliconico. La coloritura è stata eseguita con pittura acrilica finita a spugnatura bicromatica. Contemporaneamente alla sostituzione e alla riparazione dei davanzali è stato realizzato un isolamento termoacustico sfruttando l’intercapedine esistente all’interno dei parapetti dei bow-windows.
La bonifica del cemento armato con idroscarifica ad altissima pressione:
Le rovinose condizioni strutturali di questo edificio relativamente giovane, che non raggiungeva i 50 anni di età, sono da imputarsi principalmente a un intervento di riparazione realizzato circa 15 anni prima, con criteri tanto ricorrenti da potere essere definiti classici: trattamento con minio dei ferri scoperti, ricostruzioni con malte a forte dosaggio, assenza di chiodature o altri tipi di solidarizzazione fra porzioni vecchie e nuove. Proprio il distacco delle riparazioni ha provocato nei pilastri l’infiltrazione dell’acqua piovana e degli agenti inquinanti, producendo una forte corrosione delle armature e del conglomerato cementizio. La situazione degli elementi marcapiano era altrettanto grave, anche se meno pericolosa per l’assenza di funzioni strutturali primarie. La tecnica dell’idroscarifica ad altissima pressione, 1400 bar, consente di rimuovere lo strato di calcestruzzo carbonatato, che ha perso la sua funzione protettiva nei confronti dei ferri di armatura, di scoprire tutti i ferri interessati da fenomeni di corrione e di rimuovere le porzioni di calcestruzzo caratterizzate da resistenza meccanica insufficiente, realizzando una superficie abbastanza scabrosa da permettere l’aggrappo degli strati di ricostruzione. Rispetto alle tecniche tradizionali di rimozione meccanica manuale delle parti degradate, l’idroscarifica non provoca sollecitazioni eccessive che possono risultare causa di ulteriori danneggiamenti e fessurazioni della struttura. Un’analisi preventiva determina gli spessori di materia da rimuovere, Nel Park Hotel si è valutato di asportare circa 20 mm dalle travi inclinate di gronda, da 10 a 30 mm dai pilastri, 10 m dai parapetti, 5 mm dalle superfici in migliori condizioni di conservazione. Gli elementi adiacenti alle zone da trattare devono essere protetti in maniera opportuna con piastre di acciaio, per evitare che si danneggino: l’idroscarifica viene completata da un lavaggio con acqua a media pressione e da un trattamento passivante dei ferri. La fasciatura delle strutture bonificate con rete di acciaio inox permette di rendere solidali le porzioni di nuova costruzione con le preesistenti, evitando la formazione di zone di degrado preferenziale tramite l’insorgere di linee di distacco e di infiltrazioni umide.


















DELLA LORENZ SPA
nuove opere



Proprietà - Committente: Lorenz SpA
Progetto: Studio Tecnico Architetti Associati Aldo Maiocchi e Antonio Pellegrini
Direzione Lavori: arch. Antonio Pellegrini
Coordinatore della sicurezza: arch. Ivan Patergnani
Responsabile tecnico del cantiere: geom. Massimo Sulas
Caratteristiche del manufatto:
Palazzina per uffici e capannoni preesistenti, di tipologia industriale moderna con struttura in c.a. e rivestimento con pannelli prefabbricati in cls e lamiera.
Stato di conservazione:
Il progetto prevedeva una ristrutturazione globale, pur mantenendo la conformazione della struttura originale. I capannoni presentavano coperture in fibrocemento amianto, da smaltire secondo normativa.
Intervento:
Le opere previste dal progetto – da realizzare in tempi particolarmente rapidi – sono state caratterizzate da una spiccata eterogeneità, avendo interessato tutte le componenti architettoniche e impiantistiche del fabbricato, interne ed esterne. La gestione del cantiere si è rivelata dunque piuttosto complessa, richiedendo la presenza articolata di maestranze ed artigiani specializzati e un rigido coordinamento dei tempi e delle fase operative. Le numerose varianti in corso d'opera sono state positivamente gestite e risolte grazie a una stretta e costruttiva collaborazione fra le parti. L'amianto presente sulle coperture è stato smaltito in termini di legge, previo incapsulamento delle superfici per evitare pericolose dispersioni di fibre nell'ambiente circostante, e successiva realizzazione di un nuovo manto in pannelli isolanti grecati di alluminio preverniciato. Le travi e i pannelli di tamponamento esterno dei capannoni hanno richiesto interventi puntuali di bonifica del c.a., seguiti dall'applicazione di un nuovo rivestimento al quarzo. Tutte le finiture interne sono state demolite e rimosse; sono state realizzate una nuova scala di collegamento tra il capannone e gli uffici e una nuova rampa di accesso principale, in cemento armato, affiancata da un percorso pedonale. Nella palazzina uffici sono state erette nuove pareti in muratura tradizionale, contropareti prefabbricate e controsoffitti metallici ispezionabili, completi delle relative finiture. Sono stati infine completamente sostituiti gli impianti idrico-sanitario, antincendio ed elettrico, integrato da un futuro impianto solare.
Pomezia (Roma)
Cemento armato




Proprietà: Crippa & Berger
Direzione Lavori: ing. Vittore Ceretti
Caratteristiche dell'edificio:
Il complesso di palazzine industriali è realizzato in strutture prefabbricate del tipo a travi-pilastri, con tamponature esterne e interne in pannelli di calcestruzzo e coperture in tegoloni autoportanti. Le superfici esterne erano rivestite da un sottile strato di malta ricoperta da smalto alchidico.
Stato di conservazione:
I rivestimenti esterni erano per lo più distaccati e diffusamente fessurati. Gravi infiltrazioni di umidità di manifestavano sia in prossimità dei giunti di accosto tra pannelli che, diffusamente, a causa della risalita dal terreno. I pilastri presentavano vari tipologie di lesioni e indagini più approfondite hanno evidenziato principi di fenomeni ossidativi in prossimità dei pluviali incorporati in alcuni di essi. Tutte le superfici in cemento armato presentavano stadi avanzati di carbonatazione.
Intervento:
È stato effettuato un interveto di placcaggio delle strutture con resine epossidiche (beton plaqué) tramite temporaneo sollevamento delle parti interessate. I principi di ossidazione del cemento sono stati bloccati mediante opportune operazioni di pulitura e protezione. Le superfici carbonatate sono state bonificate e ricostruite con malte speciali. La successiva protezione semicoprente ha garantito un sensibile rallentamento dell'azione di carbonatazione. I giunti di dilatazione sono stati ripuliti dal materiale sigillante deteriorato e consolidati con l'inserimento di un cordolo a fine giunto in neoprene espanso a cellula chiusa. La sigillatura è stata realizzata con prodotto acrilico monocomponente. Tutte le superfici in ferro sono state bonificate e protette. La bonifica delle strutture in cemento armato: Il più diffuso fenomeno di degrado delle strutture in cemento armato è rappresentato dal processo di carbonatazione, che diviene particolarmente pericoloso quanto interessa le porzioni circostanti i ferri di armatura. La carbonatazione è quasi sempre imputabile all'eccessiva porosità del calcestruzzo, che è spesso causata da un processo di formulazione o realizzazioni non corretto. Un'accurata indagine diagnostica pone le basi a un corretto intervento di bonifica del cemento armato: indagini colorimetriche, endoscopiche, magnetiche e radiografiche forniscono le conoscenze necessarie sullo “stato di salute” del manufatto e consentono l'adozione delle tecniche di intervento più adeguate. In generale, si procede alla completa asportazione delle porzioni carbonatate, alla pulitura a bianco dei ferri emergenti eseguiti ad alta o altissima pressione e alla loro protezione con funzione adesiva e antiossidante. La ricostruzione impiega malte opportunamente addittivate con composti organici. La protezione, coprente o semitrasparente, garantisce uno speciale rallentamento dell'azione carbona tante. Il collaudo viene effettuato con piccoli carotaggi eseguiti nei punti di intervento e con prove di carico su provini di malte opportunamente invecchiate.
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